Rossi Anna Maria Cantonetti Antonello: L'esportazione di posti di lavoro, sia legati alle fasi produttive che alla fornitura di servizi, verso paesi a basso costo della manodopera è ormai una caratteristica distintiva del
processo produttivo e rappresenta una fonte di vulnerabilità per i singoli lavoratori.
Possiamo e dobbiamo appellarci agli art. 43 e 46 del...la Costituzione che recitano
1) Art. 43 " A fini di utilità generale la legge può riservare
originariamente o trasferire, mediante espropriazione
e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici
o a comunità di lavoratori o di utenti determinate
imprese o categorie di imprese, che si riferiscano
a servizi pubblici essenziali o a fonti di
energia o a situazioni di monopolio ed abbiano
carattere di preminente interesse generale."
2) Art. 46 "Ai fini della elevazione economica e sociale del
lavoro e in armonia con le esigenze della produzione,
la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori
a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti
dalle leggi, alla gestione delle aziende."
In sintesi chiederemo che siano espropriate quelle aziende in odore di delocalizzazione. Quelle aziende che, pur avendo usufruito di aiuti di Stato (vedi FIAT), concessi per la tutela del posto di lavoro per migliaia di persone, hanno o stanno per trasferire all'estero la propria attività produttiva. Chiederemo, dunque, che le stesse siano date in gestione ai lavoratori, con la supervisione dello Stato.
Ricordiamo, inoltre, che gli effetti negativi della delocalizzazione non riguardano solo quei lavoratori che hanno visto chiudere i cancelli della propria azienda, ma anche quelli la cui azienda continua ad operare.
Infatti, la frammentazione del processo produttivo ha penalizzato le fasce più deboli della forza lavoro
e incrementato il wage premium dei lavoratori qualificati, creando, di fatto, disparità salariali.
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