

A tutti i precari italiani. Al grido di “il nostro tempo è adesso”, migliaia di ragazzi scenderanno in piazza in tutto il Paese per riprendersi il loro presente, prima ancora che il loro futuro, per riportare al centro del dibattito politico - oggi così "lunare", incentrato solo sui problemi giudiziari del Premier - la questione giovanile e per accendere ancora una volta i riflettori sulla piaga del precariato.
E’ una mobilitazione spontanea, promossa da reti sociali che rappresentano chi in questi anni ha pagato più di ogni altro la crisi e quelle trasformazioni del mondo del lavoro cui il Governo e la maggioranza non hanno saputo e voluto dare risposta. Ricercatori, insegnanti, interinali, stagisti, giornalisti precari, lavoratori in call center: tutte occupazioni che offrono soltanto obblighi senza diritti, intrappolando i nostri giovani più promettenti e cancellando le loro aspirazioni.
E allora ben venga una mobilitazione che si pone un obiettivo sacrosanto: restituire ai giovani italiani diritti e speranza, perché il loro futuro è adesso, è questo il momento di costruirsi una professionalità e partecipare attivamente al processo di creazione di ricchezza del Paese. Paese che invece guarda rassegnato ad una disoccupazione giovanile che sfiora il 30% e a un precariato dilagante, ad una intera generazione praticamente bruciata. Pur in questa situazione, i ragazzi italiani hanno avuto il coraggio di alzare la testa e chiedere risposte, quelle risposte che soltanto la politica può dare loro.
Ma c'è di più! Bisogna - e anche a questo aspira il disegno di legge - equiparare i diritti di tutte le forme di lavoro. È un’idea semplice ma che potrebbe rivelarsi estremamente efficace. Parificando la contribuzione potremo rendere meno appetibili le forme di contratto più precarizzanti, estendendo poi, a chi oggi ne è privo, tutta una serie di tutele fondamentali: incentivi per la formazione, lotta allo stage senza regole, diritti di maternità e paternità, diritti sindacali.
Insomma, con questa proposta, che lega l’attività parlamentare alla mobilitazione, abbiamo voluto dire ai precari italiani che le cose possono cambiare, perché questa piaga si può sconfiggere e le idee per farlo ci sono, ma bisogna farlo subito. Perché il vostro tempo è adesso.
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