lunedì 23 maggio 2011

L’emergenza casa in 10 anni a Gallarate è triplicata,

L’emergenza casa in 10 anni a Gallarate è triplicata, ma le case popolari rimangono al palo, con una crescita solo del 12%. Sono dati allarmanti quelli diffusi dalle Acli cittadine, dalla Caritas, dalla San Vincenzo e dai sindacati inquilini Sicet e Sunia, rilevati attraverso l’elaborazione di informazioni provenienti dai servizi sociali e dagli sportelli cittadini delle stesse associazioni che si occupano di disagio economico e abitativo. Al tema del disagio e alle prospettive indicate nel nuovo Pgt (lo strumento che regola la crescita della città nei prossimi 5-10 anni) è stato dedicato anche un incontro pubblico venerdì 5 novembre.



Le domande per avere un alloggio pubblico oggi sono 700, altrettante sono le domande di accesso al fondo sostegno affitti, peraltro già falcidiato dai tagli. «Il nostro Osservatorio sulla casa - spiega Ezio Mostoni del Sicet-Cisl - segnala un vero allarme: oggi la maggior parte degli sfratti sono per morosità, mentre in passato erano predominanti quelli per finita locazione». Le famiglie faticano a pagare l’affitto, divenuto insostenibile soprattutto a causa della crisi economica. Lo conferma l’esperienza sul campo della Caritas, che gestisce insieme alle Acli anche le domande per il Fondo Famiglia-Lavoro della Diocesi di Milano: «La gran parte delle richieste di aiuto viene da famiglie in cui uno o entrambi i coniugi sono senza lavoro e per cui la casa rimane l primo problema, sia per gli affitti che per i mutui. Con mutui di 800 euro, la scomparsa del reddito significa l’accumularsi dei debiti. Spesso uno dei due stipendi va a coprire il mutuo, quindi basta che uno dei due coniugi perda il posto per creare problemi enormi». «Il bisogno di lavoro e di casa - aggiunge Enrica Brambilla della San Vincenzo - rimane una vera emergenza, italiani o stranieri la questione non cambia».


Di fronte ai dati allarmanti sulla casa, l’attenzione delle associazioni si concentra anche sulle risposte messe in campo. «Oggi ci sono quasi 700 famiglie in attesa - spiega Ferruccio Boffi, del circolo Acli di Gallarate - ma la previsione di nuovi alloggi contenuta nel PGT è di 250 alloggi. Costruzioni previste, ma la cui costruzione non è certa, essendo finanziata attraverso altri progetti edilizi». Per questo le Acli, di concerto con altre associazioni, hanno presentato osservazioni dettagliate al Pgt, chiedendo un maggiore impegno, nuovi meccanismi per favorire l’uso dell’esistente (sono più di 700 gli alloggi sfitti in città), aree per edilizia convenzionata e a canone sostenibile, il recupero degli edifici degradati nei centri storici, senza nuovo consumo del territorio. Inoltre secondo le Acli servirebbe una programmazione che eviti la concentrazione di nuove case in zone già marginali e la creazione di “ghetti” sociali. «Mentre le aree già identificate nel Pgt - fa notare Boffi - sono proprio aree marginali, strette tra le ferrovie e le autostrade o accanto a grandi complessi di case popolari».


Le associazioni gallaratesi, con il supporto del Forum del Terzo Settore, hanno affrontato il problema in un incontro pubblico venerdì 5 novembre, al centro parrocchiale Paolo VI di Madonna in Campagna, in via Bachelet. All’incontro pubblico - a cui sono intervenute quasi cento persone, tra politici, operatori sociali e semplici famiglie in difficoltà - erano stati invitati, oltre ai cittadini, anche il sindaco e gli altri amministratori del Comune di Gallarate, che però hanno chiesto di affrontare la questione in una sede istituzionale, in una commissione speciale.

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